Tecnologia e biologia per nuove soluzioni

L'argomento principale dello scorso articolo era la biomimetica, cioè il riutilizzo delle strategie biologiche per la progettazione di soluzioni ottimali nella tecnologia e nel design. In questo articolo, ci concentriamo sul fatto che la natura può rivelarsi una risorsa infinita di ispirazione e materiale anche oltre la fase di progettazione. I sistemi biologici possono diventare un vero e proprio componente attivo di un processo o di un prodotto, mettendo le loro caratteristiche uniche e straordinarie a disposizione del design e delle implementazioni tecnologiche di fattura umana.
Il termine biodesign si riferisce all'uso e all'inclusione dei sistemi biologici come componenti essenziali nei prodotti, per migliorare la funzionalità complessiva di una soluzione. I confini tra tecnologia e biologia scompaiono, lasciando spazio alla loro integrazione e sintesi, e alla creazione di nuovi oggetti e architetture ibridi.
Un esempio di questo è rappresentato dai ponti di radici viventi, soluzioni architettoniche molto comuni nella parte meridionale dello stato indiano del nord-est del Meghalaya.

(The living root bridge - wikimedia commons)
Un ponte di radici viventi si costruisce posizionando le radici flessibili dell'albero Ficus elastica attraverso un ruscello o un fiume e poi lasciando che le radici crescano e costruiscano una struttura robusta nel tempo fino a che possano infine sostenere il peso di un essere umano. Questo può essere realizzato a mano, o con l'aiuto di impalcature per orientare la crescita delle radici.
Il bio-calcestruzzo che si auto-ripara è un’invenzione del microbiologo olandese Hendrik Jonkers, che sta sviluppando un approccio bionico mirato a migliorare la resistenza alla trazione e le proprietà ecocompatibili del calcestruzzo. Il suo approccio può saldare le crepe del cemento, grazie alla presenza di specifiche specie batteriche in grado di produrre calcare su base biologica. Per fare ciò, i batteri consumano ossigeno, che a sua volta impedisce la corrosione interna del cemento armato. I batteri vengono incorporati durante il processo di produzione e possono rimanere dormienti nel calcestruzzo fino a 200 anni. Entrano in contatto con i nutrienti solo se l'acqua penetra in una crepa, cioè attivano il loro potere curativo solo quando si verifica un danno strutturale.

(Meccanismi di autoriparazione - wikimedia commons)
Un altro dominio applicativo del biodesign è la creazione di prodotti di belle arti e di moda, dove gli artisti possono generare opere che incorporano materia vivente.
La designer britannica Suzanne Lee ha coniato il termine biocouture nei primi anni 2000, quando ha iniziato a presentare i suoi processi di fabbricazione di abiti con processi di biofabbricazione che impiegano lievito, batteri, tè e zucchero. Oggi, in qualità di fondatrice e CEO di Biofabricate, lavora per la collaborazione nel design e nella biologia per far crescere il futuro dei materiali sostenibili.

(Giacca denim di Biocouture- Laura Artigas)
Roberta Bardini è una ricercatrice nell'ambito della biologia computazionale e dei sistemi. Lavora attualmente presso il Sysbio Group, Politecnico di Torino, dove ha conseguito il dottorato di ricerca. Si occupa di sviluppo di organismi pluricellulari, e della loro valorizzazione in ambito imprenditoriale
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