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Immagine del redattoreCarla Benedetti

Il cigno è ancora nero?

Aggiornamento: 17 mag 2020

Vorremo prevedere il futuro e smettiamo di guardare al presente

In questo periodo ho ripreso "il cigno nero" di Nassim Nicholas Taleb. Un libro che salta fuori ogni volta che entriamo in una crisi economica e possibilmente globale.

Eccomi a rileggere la prima parte di quello che si è rivelato un successo planetario per la sua capacità di farci scoprire una nuova consapevolezza rispetto a come pensiamo di controllare il mondo.


Taleb descrive il Cigno nero come un evento particolare con tre caratteristiche precise:


  1. È isolato. Nulla di ciò che conosciamo ci fa immaginare la possibilità del suo verificarsi;

  2. Ha un impatto enorme;

  3. Prevedibilità retrospettiva. Cioè avendo noi umani il bisogno di dare un senso e una spiegazione, a posteriori cerchiamo di spiegarne l'esistenza.


In un mondo sempre più complesso, questi tipi di eventi sono sempre più frequenti. "Eppure noi continuiamo a comportarci come se il Cigno nero non esistesse" rileggo.

Oppure, penso, chiamiamo cigno nero (minuscolo) un evento prevedibile, solo perché non lo abbiamo visto arrivare o non abbiamo voluto vederlo arrivare e di conseguenza non abbiamo agito come avremmo dovuto.


Cosa sta succedendo?


Abbiamo imparato che non possiamo prevedere tutti gli eventi possibili, fuori dal nostro controllo. Se così fosse la storia avrebbe un altro significato e chissà, sarebbe meno affascinante. Abbiamo anche imparato che è possibile anticipare le idee, scoprire o inventare qualcosa che tutti gli altri ignorano. Questa è una delle regole del successo.

Vogliamo anticipare, conoscere, interpretare con l'illusione di controllare, ma non è possibile, non tanto quanto vorremmo.

Ma quando le informazioni, i fatti sono davanti ai nostri occhi, spesso preferiamo non vederli per non dover agire.

Vale nei grandi eventi collettivi, ma anche nella vita di ogni giorno.


Sembra una contraddizione?


"Non vogliamo accettare l'esistenza del cigno nero, nonostante tutti quelli che abbiamo incontrato", e nello stesso tempo pensiamo che qualcosa di perfettamente prevedibile sia impossibile. E quando si verifica, la cosa più semplice da fare è ignorare i fatti, le evidenze, creare un responsabile che sia altrove. Perché se l'evento non era un Cigno nero, allora come mai io non l'ho previsto?


Rileggo Taleb e penso a come in fondo l'osservazione dei grandi eventi, non sia diversa da quella dei nostri eventi individuali, privati, professionali. "Ci focalizziamo spesso su quanto è secondario, mentre il mondo è dominato da ciò che è estremo".

Dove mettiamo la nostra attenzione è la nostra realtà. Prepararci all'imprevedibile può salvare la nostra vita e anche la nostra felicità. Osservare i dettagli, metterli insieme e poi allontanarci per guardare da lontano il tutto, ci aiuta a osservare la situazione al di là delle emozioni. Ci permette di agire prima e in maniera efficace, anziché realizzare troppo tardi quello che è successo.

Ma agire significa scegliere, significa prendersi il rischio di sbagliare. Un rischio che non tutti siamo disposti a correre.


Le parole in corsivo e tra virgolette sono prese dal libro "il Cigno nero" di Nassim N. Taleb


Nassim Nicholas Taleb è un filosofo, saggista e matematico libanese naturalizzato statunitense. Ha dedicato la sua vita allo studio dei processi di fortuna, incertezza, probabilità e conoscenza. Insegna Scienza dell'incertezza alla University of Massachusetts. 

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