Se il motore dell'evoluzione è la competizione tra specie, come mai abbiamo una straordinaria biodiversità sul pianeta?
Da quando eravamo bambini ci facciamo delle domande che non trovavano facilmente risposta. Perché il cielo è azzurro? Perché l'orizzonte si sposta sempre, dove finisce?
Un articolo de "Le Scienze" prende spunto da una di queste domande, ma forse più da adulti. "Se il motore dell'evoluzione fosse la semplice competizione tra specie, alla fine sopravviverebbe solo una manciata di specie "supercompetitive". E allora come si spiega la straordinaria biodiversità del pianeta?"
Forse con un meccanismo che regola la coesistenza tra specie in modo simile al gioco della morra cinese: e più sono i giocatori, più il sistema è stabile e ricco
Jeff Hasty, ricercatore dell’Università della California a San Diego, ha trascorso la sua ventennale carriera progettando strategie per far lavorare insieme i circuiti genetici dei batteri ingegnerizzati. Questi sono batteri che vengono studiati e utilizzati soprattutto nella immunoterapia. Sono batteri che non fanno ammalare, perché sono resi innocui, ma allo stesso tempo aiutano la risposta immunitaria. Quindi sono molto utili per noi.
Per Hasty i risultati non sono stati sempre incoraggianti soprattutto con uno specifico batterio Escherichia coli, apparentemente molto umile tra i vari batteri. Pur riuscendo a renderlo utile, ingegnerizzato, le nuove caratteristiche svanivano presto.
Questo fino alla nuova collaborazione con il suo dottorando Michael Liao e al lavoro con altri ricercatori. Insieme hanno sviluppato un approccio diverso. Si è arrivati alla conclusione che non serve sempre cambiare le caratteristiche del batterio direttamente, ma invece utilizzare invece una sorta di"pressione sociale" attraverso il confronto tra diversi ceppi.
... "Il gruppo ha usato tre ceppi ingegnerizzati diE. coliche lavorano in tandem. Ognuno dei ceppi produce una tossina, la corrispondente antitossina con cui proteggersi e un’altra antitossina con cui si difende da uno degli altri ceppi. Il primo ceppo è in grado di uccidere il secondo ma non il terzo; il secondo può uccidere il terzo ma non il primo; e il terzo può uccidere il primo ma non il secondo"...
E quando hanno saputo che altri ricercatori nel campo dell'ecologia avevano affrontato la stessa questione, il gruppo ha riconosciuto nel metodo nuovo e più efficace, le regole del gioco della morra cinese.
Il sasso batte le forbici, le forbici battono la carta e la carta batte il sasso.
Nessuno dei giocatori parte in vantaggio e le probabilità di vincere sono sempre le stesse, qualunque sia la scelta. Quando si gioca in due, è sempre chiaro chi sia il vincitore.
Se si aggiungono altri giocatori, però, il gioco si fa più complesso, e il successo delle varie strategie spesso sale e scende in modo ciclico.
..."I biologi che hanno studiato questo gioco hanno costruito modelli del suo andamento quando vi partecipano molte decine o anche centinaia di specie. Hanno anche studiato come cambiano le cose quando i paesaggi in cui interagiscono le specie sono diversi, e quando le specie sono diverse per mobilità e competitività."...
Un gioco antico da bambini ci aiuta a comprendere le dinamiche dell'evoluzione, e del come mai abbiamo una tale biodiversità.
E forse chissà, l'idea di questo gioco è nata proprio da una nostro innato legame con i cicli della natura. Le risposte a volte sono già con noi.
Articolo completo di Carrie Arnold su "Le Scienze" aprile 2020
Jeff Hasty Biologia molecolare - University of California- San Diego. His research focuses on the construction and utilization of synthetic gene circuits for dissecting, analyzing, and controlling the dynamical interactions involved in gene regulation.
Ci chiediamo se ci sono altre dinamiche sociali in cui riconosciamo le regole del gioco della morra cinese. Qualche idea?
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